domenica 3 gennaio 2016

GIORNATA NAZIONALE DEI CAVATELLI





Singapore, domenica 3 gennaio
Giornata Nazionale deiCavatelli






Non è vero che qui a Sin Sing non esistano le stagioni.
Le stagioni ci sono- e sono pure quattro, come nel resto dell'universo mondo.
Si chiamano solo diversamente, tutto qui.
Abbiamo la stagione del CALDO.
Poi quella del PIU' CALDO.
Poi quella del CALDISSIMO.
E, infine, quella delle PIOGGE.
Che è la stagione nella quale siamo immersi ora, fino al midollo.



Per avere idea di che cosa si intenda qui, per stagione delle piogge, dovete immaginarvi di stare sotto una serie ininterrotta di secchiate d'acqua, col caldo. 
Una specie di gavettone estivo, per capirci, con due sole differenze
1. la prima è che non finisce
2. la seconda, è che sei vestito.

Superfluo aggiungere che la somma delle due costanti dà un unico risultato- cioè un umore di merda. 
Ma visto che è superfluo, non ne parliamo.


Oltre alle costanti, esistono poi le variabili che, nella fattispecie, sono date dal fatto che il malito della signo-lah odia gli ombrelli, tutti- e la signo-lah ama le ballerine, tutte- e quelle in pelle umana di più. 


Quindi prendete i 4 giorni di pioggia, l'umore di merda, l'idiosincrasia per gli ombrelli e l'amore per le ballerine in pelle umana-e immaginatevi la scena....


Sabato 2 gennaio, uscita della metropolitana dopo la spesa settimanale.
Una trincea di borsine -e un muro d'acqua di fronte. 
"Aspetta che apro l'ombrello"
"No, vado senza"
"Ma figurati se vai senza...viene giù il mondo"
"Ho detto che vado senza. Anche perchè sotto il tuo ombrello in due non ci stiamo"
"Beh, non è vero che non ci stiamo: ci stringiamo e ci stiamo"
(qui è partita una mezz'ora di calcoli geo-ergonomici per farmi capire che il diametro dell'ombello unito alla curva delle stecche non era compatibile con la misura delle nostre spalle, circonferenza seno della sottoscritta compresa-e ve la risparmio tutta, anche l'ultima parte)
"intanto, ho il cappellino"


Il cappellino è l'ultima fornitura antipioggia, regalo dello scorso Natale della cleatu-lah, incapace di resistere alle lusinghe di una cloche artigianale che campeggiava in una vetrina di Arab street: secondo lei, meritava di finire sul capo dell'augusto consorte, "perchè è rossoblu". Secondo me, sarebbe stato meglio lasciarla dov'era: perchè provate ad immaginare cosa significhi girare per Singapore accanto ad un quintale di marito, sul cui capo troneggia questa roba qui...



Per inciso, non è neppure impermeabile.
Ma ormai è solo un dettaglio.


Ovvio che, dovendo affrontare da solo la pioggia, munito solo del cappellino, l'impavido dovesse concentrare tutte le sue forze sull'impresa-e non potesse portare le 789028300 borsine della spesa settimanale
Quelle, le abbiamo lasciate alla moglie. 
Che, intanto, aveva l'ombrello.
E il fatto che abbia solo due mani, è un altro dettaglio su cui è meglio non soffermarci.
Non prima che abbia finito il Tachiflu, intendo...

Oggi sul Calendario del Cibo Italiano di AIFB si festeggia la Giornata Nazionale dei Cavatelli, a cui non contribuisco per acclarata assenza di manualità: ma ci pensano Patty e i soci che partecipano attivamente alla festa con le loro ricette, a celebrare questo piatto come merita. 
Qui invece si va in Brasile, con un flan facilissimo, che sembra una crème caramel, ma è mooooolto, mooooolto, moooolto più semplice da realizzare- e altrettanto buono.

BRAZILIAN FLAN- PUDIM DE LEITE CONDENSADO


La lettura di questo post è interdetta alle seguenti categorie di lettori



1. quelli che amano i "dolci poco dolci"
2. quelli che non riescono ad apprezzare un dolce senza dover per forza fare il confronto con altre ricette, analoghe nella forma e nella concezione (in questo caso, la crème caramel)
3. quelli che non riescono ad apprezzare un dolce, senza prima aver puntualizzato che "mia mamma lo fa meglio"
In una parola, mio marito. 



Per tutti gli altri, invece, c'è il via libera, anche perché si tratta di un dolce che consta di numero TRE ingredienti in croce (se si esclude il caramello) e si prepara in meno di TRE minuti (col caramello, in CINQUE MINUTI). Poi dovete farlo cuocere, ma visto che di cottura a bagnomaria si tratta, potete anche dimenticarvelo in forno: che intanto viene una meraviglia lo stesso...



per uno stampo da crème caramel da un litro e mezzo
per il caramello
200 g di zucchero semolato
100 ml di acqua
per la crema
1 lattina di latte condensato 
tanto latte fresco intero quanto ne è contenuto in 2 lattine di latte condensato
3 uova medie
facoltativo: un cucchiaino di estratto di vaniglia 



per il caramello 
versate lo zucchero in un pentolino e fatelo sciogliere a fiamma bassa: appena inizia a dorare, versatevi l'acqua a filo.
Fate attenzione qui, perchè se versate l'acqua di colpo rischiate che lo zucchero schizzi dovunque e bruciarsi col caramello è micidiale: aggiungete poca acqua alla volta, specialmente all'inizio e mescolate bene ogni volta.
Portate a bollore e fate addensare, sempre mescolando e sempre a fuoco basso. Calcolate circa 5-7 minuti di cottura: il caramello deve essere biondo, solo leggermente brunito.
per la crema 
versate tutti gli ingredienti in una terrina e amalgamateli con una frusta.
per l'assemblaggio
versate il caramello nello stampo e poi di seguito la crema. Sigillate con un foglio di alluminio
per la cottura
mettete lo stampo in una teglia leggermente più grande, piena di acqua tiepida per metà. Infornate a 160°C per un'ora e mezza:dopodichè, sollevate il foglio di alluminio e controllate la consistenza con una leggera pressione delle dita: se la crema è compatta, sfornate. Altrimenti proseguite ancora la cottura.
Una volta sfornato, fate raffreddare il flan nella teglia, completamente. 
Sformatelo su un piatto da portata (dovrebbe staccarsi dalle pareti con estrema facilità: al massimo passate la lama di un coltello lungo i bordi, ma vedrete che non sarà il caso) e tenete in frigo fino al momento di servire. 
Migliora a stare lì- se si resiste :-)
Buon appetito
Alessandra