domenica 7 febbraio 2010

Smoked Salmon cheese cake

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Ricetta veloce, recuperata dagli archivi della nius letter, con foto e stile da nius- e solo per il semplice motivo che questa settimana non ho cucinato per niente. E quando dico per niente, prendetelo alla lettera, perché se ho acceso il fornello è stato solo per mettere su il tè. Tutto perché il marito è via da domenica scorsa e io e la creatura ci siamo fatte "una settimana da donne", provando tutti i sushi restaurant di Genova, pranzando a cavolini con panna e cioccolate calde e stringendo una calda e profonda amicizia con la ragazza delle pizze a domicilio, a cui va l'immenso pregio di aver provveduto al rifornimento quotidiano di pizza&coca senza chiedere nulla. Ci siamo viste tutte le puntate di C.S.I., un po' di repliche del dottor House, ci siamo vestite in total bleek o in total braun e abbiamo convenuto che Anthony Bourdain è lo chef più figo del mondo. Abbiamo letto caterve di libri, siamo andate dal parrucchiere e dall'estetista e- udite udite- ho pure recuperato l'arretrato, sia dell'ufficio che della stireria, senza contare la micra (ancora) bella pulita. Ho una casa profumata, perfettamente in ordine, i cassetti tutti a posto e il piano della scrivania libero. In più, sono ancora in pigiama, con le ciabatte ai piedi e il cappuccino della nestlè in una mano, mentre con l'altra scrivo, senza che nessuno porti rogna ribadendo che non si fa così.
E questo, fino a stasera, alle 19.59. Perchè alle 20.00 atterra l'aereo e, in contemporanea, si accenderanno i fornelli, si riempiranno le lavatrici, si cercherà affannate un cm di spazio nello studio, mentre la creatura inizierà a rugnare e io a urlare come un'isterica. Però, da domani, avrete di nuovo ricette "serie" e foto infinitamente più belle di queste qui.
A conferma dell'antica saggezza popolare, che vuole che non tutti i mali etc etc...

Sophie Kinsella- La Ragazza fantasma


Premessa n. 1: quando ero al liceo, ero molto, ma molto, ma molto brava in italiano scritto. E lo sono stata fino a quando ho commesso l'ingenuità di dire al professore che magnificava le mie letture, sostendendo che era grazie a Dostojevski e a Manzoni che sapevo scrivere così bene, che io dovevo tutto a Brunella Gasperini. Ovvio che lui non sapesse neppure chi fosse. E altrettanto ovvio che, da lì in poi, la mia fama di futura scrittrice abbia subito un duro colpo, almeno fino a quando mi sono rassegnata ad adattarmi allo stile asciutto e rigoroso che tanto gli piaceva, sacrificando la gioia di scrivere ad un nove in pagella.
Quando era alle medie, mia figlia era molto, ma molto, ma molto brava in italiano scritto. E ora che è al ginnasio, lo è rimasta: e sapete perché? Perchè, visto il ripetersi della situazione di cui sopra con la sua insegnante della scuola dell'obbligo, le ho tassativamente proibito di rivelare alla nuova professoressa che se sa scrivere così bene, buona parte di merito è di Sophie Kinsella.

Premessa n. 2 (dedicata a Silvia M.): la Kinsella originale ha uno stile assolutamente piatto. Riesce lo stesso a far ridere, ma senza mai andare oltre una desolante e disarmante superficie. Se nelle versioni italiane ha invece una prosa spumeggiante e felice, questo è interamente merito del suo traduttore, che riesce a supportare la perfetta padronanza dei tempi comici della scrittrice con un linguaggio variegato e sempre puntuale, rendendo oltremodo decoroso ciò che invece in inglese non è. Chapeau.

Tutto ciò premesso, "la ragazza fantasma" è un altro prodotto "Kinsella Style," ma con qualcosina di più. Stavolta, a mettere in moto l'azione è la ultracentenaria prozia della protagonista che, nel corso del suo funerale, si manifesta sottoforma di un fantasma di vent'anni- che poi è l'età che l'arzilla vecchietta sentiva di avere, nonostante il passare del tempo. La ragione per cui non riposa in pace è lo smarrimento di una collana a lei cara, che da questo momento in poi diventerà il fulcro di tutta la storia, fino allo scontato finale.
Se avete già letto qualcosa di questa scrittrice, non esiterete a riconoscerne i consueti meccanismi su cui si basa la trama: la protagonista giovane e inguaiata, l'amore fortunoso prima e fortunato poi per il solito principe azzurro dei nostri tempi e l'inghippo più o meno grave da risolvere, che fa da ossatura all'intero plot. Il tutto, come sempre, condito da una serie di avventure sempre al limite dell'assurdo, rese godibilissime dalla perfetta gestione dei tempi narrativi e comici, che resta il pregio maggiore di questa scrittrice, almeno da quando si firma Kinsella.
L'elemento di novità è dato proprio dalla "ragazza fantasma" che, nell'edizione italiana, dà il titolo al libro e che, della traduzione italiana, è l'unica nota stonata: l'originale, Twenties Girl, la ragazza degli Anni '20, rende con maggior precisione ed immediatezza la peculiarità della co-protagonista del libro: il fantasma di Sadie, infatti, si esprime, si comporta e si veste alla moda di quegli anni, che furono poi quelli che l'aveva vista al massimo della vivacità e della gioia di vivere e che sono lo scenario che di continuo cerca di sovrapporsi a quello contemporaneo della pronipote Lara. A mano a mano che la storia procede, si sviluppa anche il rapporto fra le due donne, in uno schema assolutamente prevedibile, come si diceva, ma che per la prima volta oltrepassa la superficialità tipica dei personaggi della Kinsella e si arricchisce di una nota più intima e calda.
Insomma, per farla breve: i capolavori non abitano qui, ma la Kinsella non fa nulla, ma proprio nulla per manipolare il pubblico, anzi: proprio in nome di questa onestà, tratta la sua materia con ironia, leggerezza, disinvoltura e, soprattutto, mantiene le promesse. Nessun arrovellarsi sui perchè della vita, nessuno strazio per i destini del mondo, nessuna polemica, nessuna diatriba, nessun complotto: solo due ore di divertimento e di rilassatezza, per giunta confezionate con stile. Per chi legge- e chi vive- a colori
Alessandra


S. Kinsella, La Ragazza Fantasma, Mondadori, 19,50 euro